
Gianluca mi chiede notizie relative alla pubblicazione di una storia del porto di Catania, scritta assieme a Daniele, ad Angela e commissionataci dall'Autorità portuale. Rispondo che la stampa della nostra ricerca, consegnata al committente una decina di anni fa, non è mai avvenuta, a dimostrazione ulteriore che quella dove viviamo non è una città di mare ma di merda, alimento principe delle mulinciane prima dell'epoca dei fertilizzanti chimici. Pare che lo sviluppo della civiltà occidentale (o del capitalismo) sia legato alla trasformazione dell'escrementizio, riscattato dallo status di rifiuto marginale per quello di risorsa utile, come ad esempio- scriveva Maurizio Ferraris - nel colonialismo: " i negri, conculcati dal civilizzatore bianco (e asettico, a ogni livello: dalle infermiere, ai missionari, spazzini del visibile e dell'invisibile), sono prima definiti come rifiuti, poi riscattati come escrementi utili"(pagine 8 e 9 dell'Introduzione all'edizione italiana di Dominique La Porte, Storia della merda, Multipha edizioni 1979). E' una città parmeneidemente bloccata alla fase anale e chissà per quanto tempo! O forse sarà la città anale per suo destino, l'orto delle mulinciane!
In questi giorni si ricorda la morte (5 gennaio 1984) per mano mafiosa del giornalista Pippo Fava. Tutti sono d'accordo nel ritenere che l'omicidio sia stato facilitato nella realizzazione dall'isolamento della vittima. Isolamento: un termine da elettricista che, quando deve mettere in suo potere in modo da non nuocere un filo scoperto, si adopera per isolarlo. Un termine paradossalmente mafioso: se si fa parte di una cosca non si può essere colpito o defoliato se non assieme a tutta la cosca, foglia per foglia. Un termine medico o carcerario cretinamente trascinato nelle questioni criminali. E, con in mano il libro di Fredi Caruso, Un secolo azzurro (di football, non di mafia, non di mare, non di cielo), sono arrivato alle pagine in cui si legge degli attentati al Duce, odiato fino al tentativo di omicidio mano a mano che si infittivano i consensi (uno per tutti: John Fitzgerald Kennedy, assassinato nel 1963, era isolato alla presidenza di 189,2 milioni di abitanti?). Insomma, uno lo si ammazza (o si tenta di fare fuori) per la sua pericolosità, temibile proprio perché non è isolato, proprio perché ha oltrepassato il deserto della sua "isolatezza". E' una punizione come "premio" per avere fatto presa, dopo avere fatto presa. E, poi, questa idea dei mafiosi che indicono summit congressuali per ascoltare gli esperti misuratori del grado di isolazionismo (con quali termometri?) è un'altra delle mulincianate dei mafiologi ruspanti. Mulincianata per incontrovertibilità. L'hanno ammazzato perché erano psicopatici. L'hanno ammazzato perché manco li calcolava. Per spavalderia li sovrastava e li disprezzava, facendoli sentire delle merde! E non era isolato, cazzo! Al contrario: era il capo di un grande partito informale che cresceva chiarendosi le idee!
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