Antonino di San Giuliano

"La politica estera non vi piace,eh? E allora sarete sempre eterodiretti, storditi nelle faccenduole del cortile di casa, imbozzolati in quel guscio d'ostriche senza luce d'intelletto che è l'isola nostra,anzi, vostra, melenzane!"
Gli insegnanti di “Storia Contemporanea” dell’Università di Catania hanno organizzato il 27 e 28 maggio a Catania nell’Aula Magna del Rettorato un convegno sulla prima guerra mondiale a Catania. Originali i titoli di alcune relazioni, meno “futurista” quella sul futurismo guazzante in un diluvio di bibliografia qualificata a sua illustrazione. Il Rettore, padrone di casa, e il Sindaco, pur invitato, non si sono fatti vedere - mi dicono. Provo a intuirne il motivo. I due si sono dissociati da un’iniziativa che, raccontando della “Grande Guerra”, non ha previsto il ricordo di chi è stato l’ “inventore” per la parte italiana di quell'evento, il regista - sia pure non attore (perché morto 7 mesi prima dell’ entrata dell’Italia in guerra), Antonino di San Giuliano. Nonostante sia nato a Catania che tanto odiava per il suo provincialismo di spocchiosa sonnolenza e di torpida furbizia, fu ambasciatore d’Italia tra il 1906 e il 1910 a Parigi e a Londra, Ministro degli Esteri nel 1906 e dal 1910 al 1914, regista e attore della guerra contro la Turchia per la Libia, che sconquassò l’equilibrio infuocato dei Balcani dove, a Serajevo, nel giugno del 1914 saranno esplosi i colpi di pistola contro il trialista arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono. L’assenza di San Giuliano non è stata perdonata da Giacomo Pignataro ed Enzo Bianco. Pare che abbiano ironizzato con il dire che darsi convegno accademico sulla Prima Guerra Mondiale a Catania e non fare cenno del Marchese, già stupidamente e rancorosamente dileggiato da De Roberto ne I Vicerè, vale quanto un convegno di italianisti su I promessi Sposi,scientificamente intenzionati a tacere su Alessandro Manzoni (chi era costui? un Carneade? e chi era di San Giuliano?un altro Carneade?). Che gli studenti vadano via da Catania non è una meraviglia! Saggi, come i ribelli di Ernst Jünger, vanno a rifugiarsi nel bosco dove latita la polemologia, disciplina "guerresca", ignorata dai pacifisti (e anche dai bellicisti) ... che se citi - uno per tutti - Gaston Bouthoul pensano al botulino così come filosofi di Stato (certo, italiano) non sanno di Benoit Mandelbrot dei cui frattali fan frattaglie!
P.S. Da qualche anno è stato pubblicato un grosso volume, ricco di bibliografia e documenti d’archivio, esaustivamente informato sul nostro Marchese, scritto da Gian Paolo Ferraioli, Politica e diplomazia in Italia tra XIX e XX secolo. Vita di Antonino di Sangiuliano (1852-1914), Rubbettino 2007. A conclusione del triennio (2002-2005) del dottorato in "Storia Contemporanea" nel DAPPSI dell'Università di Catania Maria Clotilde Notarbartolo aveva presentato la sua voluminosa e bene informata tesi, I tempi e i modi della politica estera del Marchese di San Giuliano nella preparazione alla guerra di Libia.
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