Celebrando Husky.
Nell'approntare un testo da leggere a un convegno sullo sbarco in Sicilia degli Alleati, avvenuto il 10 luglio del 1943 riprendo alcune vecchie letture di polemologia e, assieme al classico Les guerres: éléments de polémologie di Gaston Bouthoul e all'imprescindibile Raymond Aron, Paix et guerre entre les nations, sfoglio di John Keegan, La grande storia della guerra. Dalla preistoria ai nostri giorni (A History of Warfare, 1993), Mondadori. Il libro è polemico rispetto alla massima di von Clausewitz("la guerra è la continuazione del procedimento politico con altri mezzi"). Keegan rovescia l'aforisma per sostenere che la "politica è guerra con altri mezzi" perché l'uomo è un animale politico, un sostantivo(animale, substantia) aggettivato(con un'aggiunta, politico, non sostanziale - vale a dire -). L'uomo è un animale intelligente, un animale predatore, cacciatore come ogni animale e che usa la sua intelligenza ai fini del buon esito della caccia. Questa la sua tesi (era zoppo è fu rifiutato dall'esercito americano). Insomma, la guerra è un inferno animalesco dove è protagonista la violenza assoluta. Ma -ecco il motivo per cui vi intrattengo - i cinesi con Confucio avevano stabilito la massima secondo la quale :"l'uomo superiore dovrebbe essere in grado di conseguire i suoi fini senza violenza". Confucio meglio di Freud, Jung, Lacan e del Prozac! E Keegan più sexy di von Clausewitz( ma non c'era bisogno di prenderlo a scoppole per più di quattrocento pagine, mentre c'è gente - come René Girard, Portando Clausewitz all'estremo - che lo prende sul serio e lo porta alle sue ultime conseguenze!). Si parlerà dello sbarco - Operazione Husky - giorno 10, dandolo per scontato. La faccenda epistemologicamente parlando è un'altra e dovrebbe spiegare perché gli Alleati sbarcavano e sbarcarono dove volevano. Hitler e Mussolini non "capivano" il mare. Per quel San Giovanni Battista, battezzatore della democrazia antifascista o Giuda del fascismo, che fu il Maresciallo Pietro Badoglio, la guerra la si faceva "con il mulo e il fusil" (sua dichiarazione contro chi chiedeva la costruzione di portaerei). Sull'insipienza marinara fascio-nazista ci intratterremo un'altra volta, partendo dall'ammiraglio tedesco Friedrich Ruge, La guerra sul mare 1939-1945, e da Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta 1940-1943.
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