
Si diceva che la storia - la storiografia, ovviamente - era inutile e dannosa. Poi si convenne che la storiografia è in correlazione negativa con la Storia (più sei fuori della Storia, più sei dentro la Storiografia, più non "fai" Storia, più produci storiografia, meno numerosi sono i personaggi storici, più affollato è il novero degli storiografi). Poi venne la post-Storia con la storiografia dei o per i turisti, dai luoghi della Storia alle cartoline-souvenir. Che la Storia dovesse servire a legittimare un imbroglio colossale quale la costruzione (1962-1974) della Salerno-Reggio Calabria ci viene raccontato da Leandra D'Antone (Senza pedaggio, Donzelli 2008) che indica nel socialista cosentino, Giacomo Mancini e nel democristiano cosentino, Riccardo Misasi, i due agenti storici dell'Autostrada del Sole (tracciato meridionale). E storiografo fu il geologo Giuseppe Rogliano. Non è un'autostrada, ma che importa? E' la strada percorsa da Annibale e dai suoi elefanti nella guerra dei Punici contro Roma per il predominio del Mediterraneo: "un itinerario romano che nel II secolo a.C. aveva messo in comunicazione Roma con la Campania, la Lucania, la Puglia, la Terra Brutia (la Calabria) e la Sicilia". Ma lasciamo la parola a Rogliano: " L'itinerario medesimo, sommamente celere, e così breve nel suo percorso, fu utilizzato da Annibale sia per il servizio logistico strettamente legato all'esercizio belligerante e sia per l'approvvigionamento dei mezzi strumentali e delle derrate alimentari da inviare a Cartagine. Attraverso la Vallata del Savuto, infatti, Annibale, uno dei più grandi strateghi e soprattutto progettisti di strade [...]". Ai tempi di Annibale non si pagava il pedaggio nelle sue elefan-strade o melenza-strade. E noi che siamo un concentrato di Storia, discendenti direttamente o obliquamente dalla famiglia Barca, siamo esentati. Tutto sul conto di Annibale!
Le melenzane non pagano il pedaggio come lo zolfo nel raccontino di Sciascia:"Iu surfaru sugnu. Io sono zolfo. All'origine del detto è un mimo. A un carrettiere che trasporta zolfo dalla miniera a Porto Empedocle, un contadino chiede un passaggio. Per fargli posto sul carretto e a che il mulo non tiri peso più grave del solito, il carrettiere butta giù tre o quattro 'balate' (forme a piramide tronca del peso di una ventina di chili ciascuna). Ma a un certo punto, in salita, il mulo non ce la fa. Il carrettiere scende e dice al contadino di fare altrettanto. Ma il contadino tranquillamente: 'Iu surfaru sugnu!, io viaggio al posto dello zolfo. E' da presumere avesse pagato il passaggio, ché il carrettiere (violenti e rissosi erano i carrettieri) lo avrebbe - se no - preso a 'zuttati' ('zotta' era la frusta, di cordicella intrecciata e infiocchettata)". Noi meridionali ... mulinciani, melenzane, siamo, e, se siciliani, ancor di più, perché godiamo di uno statuto ontologico speciale!
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