lunedì 5 agosto 2013

Salutamu, Gianluca!








Uno si trova a Ferrara e che fa? Si perde tra i dipinti e gli enigmi di Palazzo Schifanoia. E, melanconico di genialità male impiegata, bulimico di sensazioni e visioni (altro che al cinema: Max Weber i cercatori di visioni del mondo, qui, doveva mandarli!), si fa scorpacciate di Aby Warburg e dei warburghiani per trovarsi tra le mani il bel saggio, "dilettantique",* con un bellissimo titolo, rubacchiato con spavalda onestà a Baudelaire e a Benjamin,di Marco Bertozzi, Il detective melanconico  (Feltrinelli 2008). Un manualetto di citazioni strepitose - ed è un'arte geniale quella delle citazioni - come le seguenti, tratte da Aby Warburg :"La sostituzione della causalità mitologica con quella tecnologica elimina lo sgomento provato dall'uomo primitivo. Ma non ci sentiamo di asserire senz'altro che liberando l'uomo dalla visione mitologica lo si possa davvero aiutare a dare risposte adeguate agli enigmi dell'esistenza[...]. L'evolversi della civiltà verso l'era della razionalità sarà contrassegnato [...] dal graduale trascolorare della grezza, concreta pienezza vitale in astrazione matematica". Oppure: [...] la civiltà delle macchine distrugge ciò che la scienza naturale derivata dal mito aveva faticosamente conquistato: lo spazio per la preghiera, poi trasformatosi in spazio per il pensiero. Il moderno Prometeo e il moderno Icaro, Franklin e i fratelli Wright, inventori dell'aeroplano: sono loro quei funesti distruttori del senso della distanza che minacciano di far piombare il mondo nel caos. Il telefono e il telegrafo distruggono il cosmo. Il pensiero mitico e il pensiero simbolico nel loro sforzo per spiritualizzare il rapporto tra l'uomo e il mondo circostante, creano lo spazio per la preghiera o per il pensiero, che il contatto elettrico istantaneo uccide" (Warburg, 1923). Epperò, per de Santillana l'uscita dal Caos ci ha introdotto nella Storia, nel non-essere, nel divenire, nel Tempo abitato dai mostri demitizzati!

* "Il termine 'dilettantique' che si trova nel testo di Benjamin [Il viaggiatore solitario e il flaneur. Saggio su Bachofen, Il Melangolo 1998], è la fusione di 'dilettante' e 'scientifique".

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