
In un datato inserto domenicale de Il Sole-24 ore (12 gennaio 2003) lo studioso di Storia, Piero Melograni (1930-2012), una decina di anni prima di lasciarci spiegava le ragioni dell'anti-modernità attuale della città di Roma con l’assenza nel passato di grandi catastrofi e di progetti urbanistici grandi. Fulminante l’identità urbanistica tra distruzione-costruzione, tra il mestiere dell’urbanista e quello del fuoco (o del terremoto). “Londra diventò una capitale moderna perché bruciò nel grande incendio del 1666 e fu ricostruita in base a un piano regolatore molto innovativo. Parigi diventò moderna grazie a Napoleone III e al prefetto Haussmann che la trasformarono radicalmente tra il 1853 e il 1869. Roma, viceversa, resta ancora oggi una capitale semi-moderna perché non ha mai avuto né un incendio simile a quello di Londra…”. E Catania che invece quella fortuna, anzi, quelle “fortune” (l’eruzione lavica del 1669, il terremoto del 1693) le ha avute, perché non è neppure semi-moderna?
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