lunedì 29 aprile 2013

Il sarchiapone e la melenzana

In Sicilia un’isola, in-sula ché adagiata in salso, nel brodo salato del mare non v’ha alcuno che, pur insulso o perché insulso, non sappia cosa è la questione meridionale. E’ fuori dall’isola che l’ovvietà fa salti acrobatici. In Finlandia, per dire, cos’è la “questione meridionale”? Verrebbe di rispondere: Il “Sarchiapone” di Carlo Campanini e Walter Chiari, un oggetto argomentativo di cui si postula la consistenza e di cui si può congetturare di tutto. Insomma, meridionalismo come sarchiaponismo, ricettacolo di ogni presunzione, qui comica, lì tragica. E scorrendo le varie e innumerevoli discettazioni sull’argomento non si può non riandare allo sketch di Campanini e Chiari con il primo che introduce il tema, nascosto sotto un panno che copre un cesto vuoto, e con il secondo che deliba professoralmente, con dottrina e mimica esilaranti, tutto il presumibile, fino alla rissa finale. Ero ragazzo nel 1958, anno di nascita del Sarchiapone di Campanini e Chiari e non immaginavo che sulla “questione meridionale” Walter Annichiarico, pugliese di Verona, avrebbe preso il sopravvento su Antonio Gramsci, sardo di Torino. Ovviamente in quel Walter Chiari che farnetica sul “Sarchiapone” ci sono anch’io, per quanto oscura e modestissima sia la mia presenza nella costruzione dell’ideologia meridionalistica. Non è finita: c’è una coda – temo – lunga. Al “Sarchiapone” mancava la coda ed eccola arrivare da uno dei luoghi più insospettabili, dalla Finlandia e da un’Università. Tatu Westling dell’Helsinki Center of Economic Research dell’University of Helsinki nel luglio del 2011 presentò una ricerca su dati disposti tra il 1960 e il 1985 relativa al legame tra lo sviluppo economico e la lunghezza del pene (“the link between economic development and male organ or penile length”). Ebbene, è risultata una correlazione inversa tra la lunghezza penica e lo sviluppo economico: oltre i 16 centimetri (la media virtuosa sarebbe di 13 centimetri), africani o sudamericani c’è il collasso economico, in Asia al contrario economia sviluppata, e l’Europa – il nord Europa – al centro. Tra i 121 paesi presi in esame (come non è detto) al primo posto si pone l’Algeria all’ultimo il Papua preceduto da Nuova Zelanda (13,99), Indonesia (11,67) Australia (13,31) e poi su US (12,9), l’Italia all’80° posto (15,74), la Germania al 76° (14,48), la Finlandia al 74° (13,77). Tra parentesi i centimetri del “male organ”. Insomma, Meridionali europei, africani e sud americani sottosviluppati, Nord europei, Nord americani e asiatici sovrasviluppati. E perché mai un pene extralong “sottosviluppa” economicamente? Perché appaga tutti quegli bell’Antonio che sono (a loro insaputa?) gli abitanti maschi del pianeta che, soddisfatti della “size”, per avere gratificazioni non cercano altro, non si industriano in altro, quanto, invece, i sottodotati che – per piacere alle femmine e compensare una loro anomalia – sono capaci di tutto e di creare la ricchezza delle nazioni, the Wealth of Nations (la ricerca finnica del 2011 è una Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, una ricerca con altri attrezzi di quelli utilizzati da Adam Smith nel 1776). Il portafoglio, quindi, quale surrogato penico! Se è questa la “questione meridionale” non resta che la castrazione come ultimo tentativo d’uscita dalla trappola del sottosviluppo. Castrarsi e decollare, decollarsi per decollare! Ma per evitarmi di sarchiopeneggiare ulteriormente (ho già dato il mio contributo questiomeridionalista alla Walterchiarità nella mia Storia del mare e, molto prima, ne Il lungo attacco al latifondo) su quella specialità tutta ortiva dell’identità meridionale, dell’isolano più meridionale del Meridione europeo con relativo attrezzo extrasized, per non parlare, maledicendo, di quella melenzana, di quello sproposito che è l’identità costruita sulla geofisica come il pomodoro di Pachino o l’uva di Mazzarone o il carciofo di Raddusa, ricordo solo che il pianeta gira attorno al sole, ruota attorno al suo asse e una volta a te, una volta a me, tremila anni a te, tremila anni a me, tocca di essere centro del mondo. Prima di Cristo e poi per mille e cinquecento anni, il Mediterraneo fu centro del mondo. Sono soltanto cinquecento gli anni che il Mediterraneo non lo è più. Un po’ di pazienza, via!

P.S. Il sarchiapone è una variante faunesca della melenzana.

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