lunedì 29 aprile 2013

Il teschio di Amleto, la melanzana di Isidoro

Geofilosofia del Mediterraneo è il titolo ossimorico di una raccolta di saggi di prestidigitazione di Caterina Resta (Mesogea 2012): si osserva il Mediterraneo dall'asciutto di una postazione filosofica terragna, eliminando il mare che quì è un pretesto per la battigia, anzi, è battigia. Infatti il Mediterraneo è l'equilibrio fra terra e mare, il punto di incontro fra la rassicurante terra e il disperante mare. Incontro equilibrato di terra e mare è un'isola, come la Sicilia, ma non come la grande isola hegeliana che è l'America, e neppure come l'altra isola, piccola, che è l'Inghilterra, proiettata nello smarrimento "dell'infinito, illimitato spazio omogeneo e vuoto della distesa oceanica, là dove nessuna terra è all'orizzonte, né davanti, né dietro di noi"'. Insomma, non pare vero che un'isola sia l'incontro tra terra e mare, battigia oceanica o mediterranea. E' discutibile la faccenda: una volta è punto di incontro, un'altra è un in-sulso galleggiare, perché isola, in greco nesos, deriva – secondo l'etimologia proposta dalla Resta – dal verbo necho che significherebbe nuotare, galleggiare, sull'acqua, navigare. Questo galleggiante è polifonia di voci se il suo liquido è il Mediterraneo, "mare tra terre... luogo per eccellenza della relazione, del rapporto, dell'incessante interrogare, del continuo incontrarsi del proprio e dell'estraneo", luogo di Amleto (che invece era anglo-danese, isolano perché Giacomo I, al tempo dell'indecisione della Modernità, come insegna Schmitt di Amleto o Ecuba). Se il mare in cui galleggia è l'Oceano, gli Oceani, quell'isola è perfida Albione. E voilà!, è scomparso il mare: tutto l'orizzonte è occupato da una melenzana, la Sicilia che aspetta il suo saggio da titolare ossimoricamente Talattosofia dei Continenti. Scrive infatti il padre di tutti gli etimologisti, Isidoro di Siviglia che "mare est aquarum generalis collectio. Omnis enim congregatio aquarum, sive salsae sint sive dulces, abusive maria nuncupantur, iuxta illud: 'Et congregationes aquarum vocavit maria'. Proprie autem mare appellatum eo quod aquae eius amarae sint" (il mare è stato così chiamato per via del fatto che le sue acque sono amare). Isidoro scriveva tra il 556 e il 571 dell'era cristiana quando il Mare Mediterraneo era Mare Magnum, Gran Mare, che "ex Oceano fluit" e "magnum appellatur quia cetera maria in comparatione eius minora sunt. Iste est et Mediterraneus, quia per mediam terram usque ad orientem perfunditur, Europam et Africam Asiamque disterminans". Il Mediterraneo il più grande di tutti, come il dio islamico Akbar! Isidoro vescovo era, la melenzana è un ortaggio indoeuropeo, importato in Europa attraverso gli Arabi dall'India, che non ha avuto – ché non poteva averlo per la consecutio temporum – il conforto etimologico isidorico, ma: Hortus nominatus quod semper ibi aliquid oriatur. Nam cum alia terra semel in anno aliquid creet, hortus numquam sine fructu est! Se c'è un orto originerà sempre una melenzana. La Teleologia della Storia mediterraneocentrica è una bella melenzana, una mela folle, mela insana, con rispetto parlando!  – Il mare è la costa, come l'uomo è la sua ombra

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